Dec 18

Prefazione

Category: tmrc,vita

..diAnna Rambelli, all’opera “Appunti di informatica libera” di Daniele Giacomini

Finito il regno della meccanica, inizia il regno dell’informatica. Voglio fare una riflessione che possa servirti da incitamento e da incoraggiamento per elevare il tuo animo, per approfondire il culto della scienza. Io intendo «la scienza» quel sapere che mai, per nessun motivo, ti porta lontano da ciò che sono i principi elementari e di base della persona e che mai vanno contro a ciò che io intendo «dignità» dell’uomo.

Il libro non vuole essere solo uno strumento meccanico. Aggiungi a tutto questo sapere il calore di un sentimento, di una comprensione che ti porti al di sopra di ogni bassa intenzione.

L’umano vivere è così semplice che di fronte all’evoluzione dell’informatica, potrebbe anche essere soffocato e imprigionato da questa enorme invenzione che proietta il tuo pensiero verso mete e orizzonti così vicine e nello stesso tempo così lontani. È cosa meravigliosa tutto questo e tu cerca di viverlo con accortezza, ma sempre con la precisa intenzione che i tuoi piedi appoggiano sulla terra. Non permettere al tuo pensiero di allontanarti troppo da questa realtà. L’informatica potrebbe prendere il sopravvento e portarti lontano dalla tua identità e dal tuo essere morale. Non permettere che questo ti nuocia procurandoti un’insensibilità e un’incapacità a dialogare con il tuo simile. Il silenzio che regna tra la tua persona e la macchina che ti sta di fronte non può diventare il silenzio della tua vita. Ricorda sempre che la comunicazione di cui hai bisogno e di cui la tua anima necessita, è non solo verbale, ma soprattutto è fatta di sentimenti e di emozioni.

Mi meraviglierei molto se tu, uomo di sapere e di sapienza, ti lasciassi andare a questi automatismi senza usare anche la tua anima. E sarei molto incredula se qualcuno mi dicesse che questo sistema di comunicare, l’informatica, ti portasse a quella schiavitù che i tuoi avi sono riusciti a debellare con il sangue e con la sofferenza. Ma questa, sappi, che sarebbe una schiavitù alla quale non potresti mai ribellarti, perché tu stesso l’hai creata, imbalsamando il tuo pensiero, la tua anima e le tue emozioni nell’involucro del tuo corpo.

La storia porta continuamente esempi di rivoluzioni nel campo delle invenzioni e delle scoperte. Anche questa si può considerare un’era nuova. Questo inizio di secolo racchiude delle innovazioni molto tecnologiche che fra qualche anno, sicuramente, avranno capovolto il modo normale del vivere. Sta sempre nell’intelligenze e nella capacità intuitiva dell’uomo usare questa rivoluzione informatica per un uso costruttivo ed equilibrato. È facile che questa nuova tecnologia possa sfociare in situazioni estremamente pericolose.

Nell’uomo è sempre presente la scintilla della ricerca e del desiderio di scoprire tecnologie o sistemi nuovi in tutti i settori, per poi migliorare sia il tenore di vita, sia l’insieme dei sistemi economici. Questo rientra nel progresso, nell’evoluzione umana. La tua attenzione per questo nuovo mezzo, deve prima portarti a fare una piccola riflessione, in modo da usarla per diminuire la tua fatica, ma nello stesso tempo per affinare le tue capacità personali; intendo con questo i tuoi principi, la tua morale e soprattutto la tua identità.

L’informatica serve per aumentare tutte le risorse a tutti i livelli, ma ha un grosso limite che tu devi considerare e di cui devi renderti conto immediatamente. Altrimenti, se ti lasci dominare e se ti lasci prendere dal fanatismo e dall’euforia di questo, rischi di inaridirti, di perdere la dignità dell’essere umano che ha una personalità, dei sentimenti e una morale. Questa è la cosa più importante, per cui ti devi impegnare a far sì che questa macchina non prenda il sopravvento sul tuo tempo e non ti faccia diventare schiavo e dipendente.

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Dec 13

ibbbba

Category: musica

Una registrazione di diversi anni fa. Meno di dieci, comunque 🙂

Puo’ essere considerato un episodio di “xenocronia“, per dirla con Zappa.

E’ una tecnica, inventata da Frank Zappa, che consiste nel fare un collage musicale di parti suonate in contesti diversi, per ammirare poi come il tutto suoni voluto, particolare.

Nel mio caso si tratta di 2 tracce di chitarra (ho usato la Ibanez, da cui il nome dell’mp3), registrate una dopo l’altra, sempre nella mia cameretta.

Parlo di xenocronia perche’ quando ho registrato la “base” (ossia la parte di chitarra che inizia, e poi continua per tutto il brano), non avevo in mente una vera e propria struttura.

Avevo solo voglia di andare di getto, come si dice.

2 accordi, Sol e Fa se non erro, suonati per un paio di minuti.

Poi ho registrato la seconda chitarra, quella solista diciamo.

Qui invece avevo in mente un’idea precisa: il ritmo. La voglia di perderlo, per l’esattezza.

Pochi minuti prima stavo pensando infatti che il tempo, inteso come “rispettare il ritmo”, era un fattore schiavizzante.

Io ho sempre dovuto faticare per andare a tempo.

In quella occasione ho voluto provare a suonare liberandomi totalmente dall’idea di un metronomo immaginario a cui obbedire. Infatti, si sente che galleggio sul ritmo, come dicono i jazzisti 🙂

La cosa che mi sorprende e’ che sembra un pezzo composto, preparato a tavolino; tutti gli incastri che vengono fuori, invece, sono frutto di un collage non studiato.

Sono contento di questo brano. Per me rappresenta un raro momento in cui ho veramente scollegato la razionalita’, e ho lasciato fluire le dita sulla tastiera.

Chi mi conosce e sa come suono, dovrebbe notare che c’e’ qualcosa di insolito nel modo di suonare..

Spero che vi piaccia :*

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Nov 19

Alessandro

Category: vita

Ma ci sono pensieri che non riesce a trattenere
Ci sono pensieri che lo fanno sentire
come se andasse a tutta velocità in un tunnel
in equilibrio sopra un’asse di legno che corre su due rotaie
Lo fanno restare senza fiato

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Aug 19

testa fra le nuvole

Category: vita

non credevo che sarebbe successo, e invece.. 🙂

ops

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Aug 17

donne

“..loro cercano solo di valutare più informazioni possibili su di voi: se vi fate rispettare, se siete simpatici, quanto agio avete in tasca e quanto in banca; se siete degni di passare una serata in società, se potete domesticamente rilassarvi su una sedia a dondolo bevendo un bicchierino, vestiti come un fottuto marito capace di garanzie. Cercano di capire se danneggerete o no gli equilibri di cartoncino con le loro amiche, se sarete abbastanza bravi a prenotare tavoli ai ristoranti, se farete il muso le sere che non desidereranno la vostra superba intimità, se le farete sentire colpevoli, oppure le esplorerete piano, finchè non saranno loro a supplicarvi per un pò di sesso forte da raccontare alla parrucchiera, o all’amica del cuore.”

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Aug 16

desideri, parte 2

Category: vita

farenheit

sono piacevolmente sorpreso dal fatto che la Terapia E (*) mi abbia fatto fare qualche passo avanti sulla comprensione del problema dei desideri.

per farla breve, io credo che in futuro sara’ meglio mantenermi a debita distanza dai miei desideri.

e’ inutile, l’angolo della mia mente etichettato come “desideri” sembra essere il buco nero in cui vanno a finire le mie manie, le mie frustrazioni e (perche’ no?) anche le mie finte prese di posizione.

ed e’ per questo che, puntualmente, mi scopro ad aver desiderato cose che in realta’ non mi piacciono, o che mi interessano poco.
ma tutto cio’ non e’ indolore: prima di capire questo, non mi faccio mai mancare malinconie e/o rimorsi, come se fossi veramente triste.

mi viene in mente il film Fahrenheit 451, in cui i “cattivi” bruciano i libri in quanto ritenuti dannosi per gli esseri umani. perche’? perche’ i libri favorirebbero l’insorgere dei desideri, e di conseguenza porterebbero l’uomo ad essere turbato e infelice.

in effetti, diversi anni fa, quando ho visto il film, non mi sembrava che i cattivi avessero torto.
sara’ stata l’abile dialettica usata per spiegare le proprie ragioni, ma in fin dei conti mi sembrava tutto molto razionale.

e cosi’.. forse gli unici desideri a cui devo prestare attenzione sono quelli che posso soddisfare in 5 minuti.

(*) la Terapia E (“evolutiva”) di cui si parla in questo libro.

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Aug 6

desideri

tante volte ho sognato (nel senso di “fantasticato”, in realta’ non faccio quasi mai sogni erotici) di fare sesso con delle ragazze. l’ho desiderato proprio tanto.
immaginavo: mio dio, andare a letto con X sarebbe come toccare il Paradiso con un dito, e altre cose del genere.

queste cose non si sono MAI avverate. mai.
non c’e’ stata una volta che ho avuto un desiderio del genere, e questo si e’ concretizzato.

tutte le mie esperienze sono venute per caso, mentre io ero piu’ o meno fermo nella mia vita.

ogni tanto mi chiedo: ma perche’ questi desideri non si avverano?
comincio a pensare che ci sia una sorta di meccanismo di “auto-protezione”, che in realta’ ti tiene alla larga da esperienze distruttive.

forse, se veramente andassi a letto con X, le conseguenze potrebbero non essere piacevoli. magari potrei restare traumatizzato.
potrebbe finire un’amicizia (uh….)

e’ come… e’ come la questione: perche’ CAZZO non si possono coniare altri soldi, per sconfiggere la poverta’?
mi e’ stato spiegato (anche se io continuo a non capirlo) che poi verrebbero meno determinati equilibri economici…

.. e cosi’… e’ meglio che io non vada a letto con X. per il mio bene.

pero’.. spesso penso: si’.. uno potra’ anche avere uno splendido rapporto d’amicizia, le passeggiate, i discorsi, le affinita’ elettive… pero’ il succo e’:

ma lei, A CHI HA DECISO DI APRIRE LE COSCE?

quella e’ la vera magia.

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Aug 6

pensare

Category: vita

pensare e’ sempre stato oggetto di mistero, per me.

del resto e’ una cosa che non si puo’ insegnare, giusto? nessuno puo’ mettersi a sindacare sulla maniera in cui pensi. e’ un territorio intimo e segreto.

io spesso.. immagino che i miei pensieri vengano pronunciati da altre voci, voci di persone che conosco.

e, nello scegliere il “protagonista”, cambiano anche un po’ i contenuti, cio’ che decido di pensare.

molte volte credo che io stia solo recitando (avendo me stesso come unico spettatore), e che stia perdendo tempo, facendo pensieri non autentici.
ho sempre amato fantasticare sui dialoghi.

mi piacerebbe sapere come pensano gli altri.
come fanno? come fate? siete capaci di trascrivere le parole che vi siete detti quando avete deciso di lasciare il/la vostro/a ragazzo/a?
o di quando avete scelto l’universita’?

io non sarei tanto capace.. perche’ non penso in termini di “frasi”.. i pensieri mi attraversano come lampi. come quando ti viene un’intuizione.

pochi giorni ho riflettuto su una cosa: quando “mi fermo” e mi metto a riflettere, la prima cosa che mi penso e’: “sono qui”.

sono qui. nel senso sono qui, sdraiato sul letto. con gli occhi chiusi, a pancia in giu’.

e’ come se avessi il bisogno di partire da una base assolutamente certa, prima di partire con la tangente e fare innumerevoli altri pensieri.

perche’.. se il punto di partenza e’ fallace.. poi tutto quello che ci costruisci dopo non puo’ che essere un enorme macello, giusto?

questo e’ un tratto che mi porto dietro anche in altri ambiti. ad esempio, quando devo studiare qualcosa.. ho una gran voglia di partire dalla preistoria di quel qualcosa, e poi arrivare fino al punto che devo apprendere.
altri, magari, si lasciano trasportare dall’intuito, dal caso, e arrivano prima al risultato. che poi e’ quello che conta, no?

anche con i libri ho un rapporto strano.. si’, ho letto tutte e 238 le pagine. ma le ho lette veramente? magari se facessimo un confronto io e te sullo stesso libro, verrebbe fuori che la mia e’ stata una lettura imbarazzantemente superficiale.

ma… cosa cerco veramente dalla lettura dei libri? per quanto tempo un libro deve restare nella nostra memoria?

forse parto col presupposto (sbagliato?) di imparare qualcosa di piu’ sulla vita.

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Feb 28

sms tra cyborg

M = mazerocool

S = sugo

M – Che fai stasera?

S – Ti do una cosa

M – Come?

S – a mano

M – Ma quando?

S – quando ci pare

M -Vabbè io sto a mangia la pizza fritta e poi gli arrosticini.se vuoi faccio lasciare da qualche parte

S – Mixer

M – Ma ti fa piacere la mia presenza o oggi sei di umore robotico?

S – 🙂 cos’hai contro i robot??

M – Niente se sono come te 🙂 ti chiamo quando esco da qua.

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Feb 24

E’ bello lavorare in Micso

Category: tmrc,vita

ci si sente protetti 🙂

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