Archive for the 'vita' Category
Short Message Service
Ieri sono stato nel negozio dove lavora un’amica.
Il rapporto con lei non ha mai conosciuto (e forse mai conoscera’) nessun tipo di irregolarita’: un rapporto delicato, senza molti legami col quotidiano.
Come regalo di laurea mi aveva comprato un cd, che purtroppo avevo gia’.
Anzi: avevo deciso di comprarlo proprio dopo aver ascoltato il racconto della sua reazione a quel cd.
Cosi’ le ho riportato il doppione, e le ho detto che mi faceva piacere che fosse comunque lei a scegliere.
Abbiamo parlato un po’, sempre di musica.
Le ho raccontato che ultimamente non riesco a togliere dall’autoradio una cassetta (“Turn On The Bright Lights” degli Interpol); in particolare sono ossessionato da PDA.
Lei mi ha detto che le piaceva molto una canzone, ma non ricordava bene il titolo… c’era un “1” di mezzo. Nemmeno io ricordavo.
Oggi sono tornato a casa e ho cercato.
Il brano e’ “Obstacle 1”. Piace moltissimo anche a me. E gliel’ho scritto.
Lei mi ha risposto:
“Lo sai che sto facendo io?Ascolto pda! Dio esiste fra! Senti ma a te piacciono i joy division?”
PDA. 3:10.
Un’attesa. Un’attesa simile a … boh, la prima cosa che mi viene in mente e’:

Che figlio di buttana!
“Adoro i piani ben riusciti” (dalla voce di Stefano Accorsi in “Jack Frusciante e’ uscito dal gruppo”).
E’ da circa un mesetto che ho una corrispondenza virtuale con una ragazza. Non via email, ma bensi’ via sms (la genesi di questa storia e’ qui ).
Col tempo ci siamo conosciuti un po’. Certo, lei sa molte piu’ cose di me, perche’ sono stato proprio io a non volermi nascondere (telefonarle dal numero di casa, dirle in quale gruppo suono, darle la mia email, etc…): del resto la cosa mi diverte e mi intriga.
Io conosco la sua eta’, so dove e’ nata, dove ha vissuto, e in che citta’ vive (a Chieti. Grazie ancora, Dea della Fortuna)… sempre che non mi abbia detto cazzate, ma penso proprio di no 🙂
2 sere fa le ho chiesto se il suo cellulare poteva ricevere mms. Lei mi ha detto si’. Le ho promesso che le avrei inviato qualche foto.
Purtroppo io dovevo ancora abilitare il servizio per l’invio di mms, e non ho potuto spedirle nulla. Non subito, s’intende.
…ma ho avuto la pensata.
Le ho spiegato che non potevo usare gli mms, ma che potevo mettere le foto online da qualche parte.
Lei a casa non ha la connessione, o meglio non le funziona. Cosi’ sapevo che sarebbe stata molto curiosa di vedere le foto e che l’avrebbe fatto dal lavoro.
… e secondo voi, su quale fantomatico sito ho messo le foto? Forse… sul web server qui a casa mia? 😀
Sono stato tutta la mattinata ad aspettare che l’esca abboccasse:
katy:/home/sugo# tail -f /var/log/apache/access.log
e ad un tratto….
88.[CENSORED] – – [03/Jan/2007:05:22:15 +0100] “GET /[CENSORED].jpg HTTP/1.1″ 200 210078 “-” “Mozilla/4.0 (compatible; MSIE 5.0; Windows NT; DigExt)” “-“
Dopodiche’:
katy:/home/sugo# whois 88.[CENSORED]
…nome dell’azienda, citta’, via, numero civico, numero di telefono, etc…
bauhahuahuhuauhauauhahua 😀
Clicca qui per ascoltare l’audio di corredo.
4 commentsCompito in classe
Stasera ho visto un film con Paoletta. Un film che mi e’ stato consigliato da Giorgio, quel signore che ho conosciuto su Internet, quella sera.
“Le mele di Adamo”.

Stavo pensando che non sarei tanto in grado di farne un riassunto. O meglio: non saprei estrapolare velocemente il significato di questo film.
Se dovessi scriverci un tema, sarei in difficolta’. Fare considerazioni “generali” e di ampio respiro su un film, un brano musicale, un quadro, etc… mi ha sempre dato l’idea di “freddezza”, di una lucidita’ che non sento di avere, in questi casi.
Ho visto questo film. L’ho vissuto. Mi e’ sembrata una storia vera, ma non nel senso di realistica.
Una storia di personaggi che hanno rapporti “veri”, senza filtri, senza censure, senza segreti, che non rinunciano a picchiarsi per dar sfogo alla propria rabbia.
Una storia che lascia delle ferite, ma che porta con se’ anche un’evoluzione, una maggiore presa di coscienza e magari un modo diverso di portare avanti gli stessi ideali.
E’ un film che parla della fiducia (della fede, in questo caso). Di un momento buio della fede.
Questo scriverei, sul compito in classe.
Camminavo sulla spiaggia
a fianco del Signore.
I nostri passi si imprimevano
nella sabbia, lasciando
una doppia serie di impronte,
le mie e quelle del Signore.
Ciascuno di quei passi
rappresentava
un giorno della mia vita.
Allora mi fermai e mi voltai
per guardare tutte quelle tracce
che si perdevano lontano.
E notai che a tratti,
invece delle due serie
di impronte,
ce n’era soltanto una.
Rividi così tutto il cammino
della mia vita.
Ma, sorpresa!
I passaggi
con una sola serie di impronte,
corrispondevano
ai giorni più tristi
della mia vita.
Giorni di angoscia e
di impazienza, giorni di egoismo
e di cattivo umore,
giorni di prove e di dubbi,
giorni incomprensibili,
giorni di sofferenza.
Allora mi rivolsi al Signore
con tono di rimprovero.
“Tu ci hai promesso
di restare con noi
tutti i giorni.
Perché non hai mantenuto
la tua promessa?
Perché mi hai lasciato solo
nei momenti peggiori
della mia vita, nei giorni
in cui avevo più bisogno
della tua presenza?â€Â
Il Signore sorrise.
“Figlio mio, piccolo mio,
non ho cessato di amarti
un solo momento.
Le sole orme che vedi
nei giorni più duri
della tua vita
sono le mie …
in quei giorni …
ti portavo in braccio.â€Â
Sono troppo contento.
Quando le merde ci cacano e qualcuno si vendica.
Parliamo del Rude Club, simpatico club di nazisti in via dei Peligni.
Parliamo del fatto che abbiamo deciso di fare li’ i corsi del PescaraLUG.
Parliamo del fatto che, alla seconda lezione, li’ davanti al locale si sono presentate forse 25 persone e nessuno c’ha aperto.
Per fortuna abbiamo dirottato tutti nella sede della Metro Olografix, e li’ abbiamo attrezzato al volo la lezione.
Quando hai preso un impegno, quando sai che ci sono delle persone che mobilitano altre persone (con annesso volantinaggio) per portare gente nel tuo locale per un evento, semplicemente non puoi non venire.
Senza nemmeno avvisare.
Dopo questo fattaccio meditavamo sul da farsi.
Per fortuna un signore che viene sempre ai nostri corsi, un tal Magid, ci aveva parlato della possibilita’ di proseguire il corso nella sede della CGIL, in via Benedetto Croce.
Stamattina sono andato a vederla con Attilio.
Stellare. La sala fa paura: e’ grande, ci sono le sedie, c’e’ il proiettore e forse c’e’ anche la connettivita’ wireless.
E’ bello sentirsi aiutati. E’ bello quando la gente si prodiga per te. Ed e’ bello lasciarsi aiutare 😛
Ci vediamo alla CGIL il 13 gennaio alle 15.30 🙂
p.s. io saro’ particolarmente………..
1 comment/away pOrReKa
Il 31 pomeriggio ero sul pullman Roma – Pescara con isazi e ryuujin. Si parlava di chi ci sarebbe venuto a riprendere alla stazione. Io sarei sceso a Rampigna (campetto di calcio a 500 metri da casa mia), ryuujin sarebbe stato accolto dalla futura sposa 🙂 e isazi dal fratello.
Gia’, il fratello. I genitori non potevano a causa delle condizioni della nonna.
Quando Mircha (alias ryuujin) ha chiesto ad Alessio (alias isazi) ulteriori info, lui ha risposto: “Bah, penso che morira’. Alla fine e’ un male incurabile”.
Quella frase mi ha quasi gelato. Estremamente lucida, estremamente realista. Io forse non sarei stato capace di dirla.
Ovviamente sono andato col pensiero a mia nonna.
Sono arrivato a casa verso le 17.30. Ho parlato con mio padre, mia madre. Ho telefonato a mia zia, mio zio. Ho parlato con mia cugina Valentina.
Erano tutti un po’ tristi.
Io sapevo che mia nonna era stata ri-ricoverata in ospedale per l’ennesima volta.
Sono passato a salutare Paoletta; verso le 19 sono andato a prendere Mauro, e insieme con ferc ci siamo diretti a Pianella per festeggiare il Capodanno a casa di blended. Cucina cinese sfornata da Gabry 🙂
Mi ricordo la telefonata di mia madre, poco prima di mezzanotte, per gli auguri.
Sono tornato a casa verso le 3 di notte.
Entrando in camera ho visto che mio padre aveva la luce vicino al letto ancora accesa.
A volte si mette a leggere e ci si addormenta. Poteva essere.
Mentre mi spogliavo, invece, papa’ e’ entrato in camera. Aveva uno sguardo piu’ intenso del solito. Non era la solita stanchezza, o il solito coma di quando si addormenta per lunghe ore davanti la tv, in cucina, e poi finalmente si alza e si va a mettere sotto le coperte.
…e mi ha dato la notizia.
Non avevano voluto dirmi nulla. Lo capisco. Ma loro devono capire che non piu’ un citilo, che queste premure non sono piu’ necessarie, e che so reagire alle cose.
Ma e’ anche colpa mia, dei miei silenzi, e dei miei monosillabi.


Il pomeriggio del primo dell’anno siamo stati all’obitorio. E’ stata la prima volta che ci andavo. La prima volta che vedevo una persona morta. E la prima volta che l’ho toccata. Avevo la strana paura che si muovesse.
Questa mattina ci sono stati i funerali.
C’erano tutte le amiche della nonna.
Dopo la Messa, all’uscita, ho visto DoM all’entrata della Chiesa. Si era preso apposta mezza giornata di lavoro per esserci.
Verso le 9 meno 5 avevo chiamato a lavoro per dire che non sarei venuto. Ho parlato con Marcello.
Sapeva gia’. Domenico lo aveva gia’ chiamato per avvertirlo.
C’era anche ferc. Mi hanno fatto compagnia. Mi hanno accompagnato a San Silvestro, dove purtroppo non lavorano piu’ i genitori di trolls.
La sepoltura e’ stata rimandata, credo per via della pioggia.
Sono contento che mia nonna abbia vissuto abbastanza per vedermi laureato.
Mi ricordo quando le ho fatto vedere la dedica della tesi: l’ho veramente inondata di gioia. Ho avuto veramente la sensazione di fare felice una persona, forse come mai in vita mia.
Mi ricordo il primo giorno che l’ho vista, da dottore: mi ripeteva all’infinito, con un filo di voce “Bravo………. bravissimo…….. bravo……… bravissimo……..”
Temevo una sensazione. Sensazione di essere osservato.
Ora mia nonna, in un batter d’occhio, conosce gia’ molte piu’ cose su di me.

“pOrReKa” e’ il messaggio di away che usavo in chat per far capire che ero da mia nonna, tipicamente il venerdi’ a pranzo.
Gia’ sogno che qualcuno, quando tocchera’ a me, si prendera’ la briga di scrivere sulla mia tomba, con una pennarello Uniposca:
* Sug`Pesc is on IRC
5 commentsNon ci posso credere
..di essere a Berlino. E di esserci arrivato ieri.
Ieri tutto e’ andato storto.
Aspettavo Piergiorgio per prendere l’autobus alle 14.30, verso Roma.
Lui e’ partito da Teramo, col treno, ALLE DODICI. Con largo anticipo, no?
Invece no.. si e’ “distratto” (una signora e’ caduta) ed e’ stato capace di perdere la coincidenza Giulianova-Pescara. Lol.
Allora ha telefonato ad un fantomatico amico, che sarebbe accorso da Teramo per portarlo in macchina a Pescara, di tutta carrera, ma poi si sono fatte le 14.15 e dell’amico nemmeno l’ombra..
– autobus per Roma definitivamente a troie.
Allora ricorro all’amico Roberto, lo costringo psicologicamente ad anticipare il suo ritorno a Roma.

Lungo il tragitto ci fermiamo a Scafa a caricare Clorinda:

E cosi’ arriviamo al casello di Roma. Solito delirio.
Nel bordello, Piergiorgio prende il portatile dal portabagagli e smanetta un po’ col bluetooth.

Voleva redirigere il segnale di un cellulare nelle vicinanze sulla sua scheda audio.. avete capito dove si voleva andare a parare no?

Cmq lo scopo di Piergiorgio era in realta’ collegarsi a Internet e dara un’occhiata ai treni.
Si stava facendo tardi e Roberto non aveva voglia di sbattersi per portarci direttamente all’aereoporto.
Cosi’ vediamo che c’e’ un treno alle 18.47, mi pare, che in 15 minuti ci avrebbe portato a Ciampino.
Mi sembrava tutto impossibile. Era troppo tardi. Forse Roberto temeva gia’ che l’unico modo era portarci direttamente in aereoporto..
Cmq arriviamo a Roma Termini. Facciamo per prendere il treno, insomma.
Arrivati al bigliettaio veniamo smontati completamente: col treno + navetta per raggiungere l’aereoporto avremmo impiegato 1 ora, a detta di kullu’.
L’aereo partiva alle 19.55, il check-in si chiudeva 40 minuti prima, quindi in mezz’ora dovevamo essere LI’.
Ci consiglia un taxi come tentativo disperato.
Io, credetemi, ero STRASICURO che avremmo perso l’aereo, che avremmo dormito a Roma a casa di non so chi.. o che avremmo passato la notte in aereoporto fino al prossimo volo (ah, caro Emi…), e che avremmo perso i soldi dei biglietti.
Becco un tassista con una faccia di cazzo. Gli chiedo se puo’ portarci. Lui mi chiede dove dobbiamo andare. Gli dico Ciampino. Gli calano le palle. Chiede consiglio ad un suo collega che aveva la faccia ancora piu’ DIMMERDA e insieme convengono che non hanno voglia di portarci a Ciampino.
Ringrazio e ciao.
Poco piu’ avanti c’era un altro taxi, era in marcia, ma andava pianissimo (traffico): gli ho messo quasi le mani sul cofano. Gli ho chiesto: “E’ libero?”
“Dove dovete andare?”
“Ciampino”
“Ok salite”.
Saliamo.
Piergiorgio gli chiede in quanto tempo saremmo potuti arrivare all’aereoporto.
“1 oretta”.
“Ce la fa in un quarto d’ora?”
Il tassista non va in panico. Ci prova.
Nel frattempo io pensavo.. oddio kussu’… chissa’ che si vuole inventare.. mo’ ci succhia euri a gogo e ci lascia a Ciampino..
Nel frattempo si metteva a parlare al cellulare coi suoi colleghi. Ci stava veramente troppo. Mi sembrava tutto ancora piu’ folle. Come se non se ne fregasse un cazzo della nostra urgenza.
Poi vedevo che, a certi incroci, si sporgeva un po’, dava un’occhiata, e poi prendeva un’altra strada. Ha imboccato cunicoli assurdi.
Alla fine ci ritroviamo sulla superstrada.

C’e’ qualche speranza. Erano tipo le 19.10.
In qualche secondo siamo arrivati. Praticamente con quasi 5 minuti di anticipo all’orario di chiusura del check-in (cmq una follia).
Lo ringraziamo a palla. Io gli dico che e’ un angelo. 35 euri.
Corriamo a votamazza verso l’interno.
A quel punto, siamo dentro un videogioco. Mi piace viverla cosi’. Dove cazzo bisogna andare?
In qualche modo siamo arrivati al punto giusto. La fila era vuota.. c’era solo una persona davanti a noi. Che era li’ per il check-in DEL VOLO SUCCESSIVO.
Parliamo col tizio. Gli facciamo vedere i biglietti. Lui chiama al telefono non-so-chi: “Abbiamo 2 last per Berlino, ce la fai?” – dall’altro capo devono aver risposto si’.
Nel frattempo era tornato per me il momento di provare ansia per il volo.
M’era salita anche la sera prima, quando mi sono messo al letto.
(chissa’ quale tossico ha inventato il termine “risalire” per esprimere la cosa. cmq e’ efficacissimo)
Provo a chiamare 2 volte Emiliano. Ma lui non risponde. Era in chiesa.
Lui mi aveva consigliato di mettermi vicino al finestrino, in modo da vedere l’ala.
Mi sono messo esattamente li’. Anzi, mi sono messo proprio in corrispondenza dell’uscita di emergenza.
L’aereo parte in retromarcia. Poi gira, si mette in carreggiata. Inizia ad accelerare a palla.
Alla fine si inclina. Lo stacco e’ morbido. Un po’ di sudore freddo. Ma mi sentivo ok. Da fuori si vedeva uno spettacolo molto bello, peccato che era gia’ tutto buio.
Il volo del ritorno in Italia e’ alle 7 di mattina 😛
Improvvisamente ho avuto voglia di prendere l’aereo per andare ovunque.
Siamo arrivati a Berlino senza sapere nulla. Ne’ dove si trovava esattamente il posto del congresso, ne’ dove stava l’ostello.
Ci ficchiamo in un bar. Piergiorgio deve prendersi qualcosa da accompagnare alla medicina.
Io provo a vedere se ci possiamo connettere, magari becchiamo isazi e ryuujin in chat e ci parliamo.

(orgoglioso dell’adesivo)
L’amico Mircha ci aveva detto che era “tutto ok” e che aveva pensato a sistemarci nello stesso posto dove stavano loro.
Non era vero un cazzo.
Ci dirigiamo verso la Metro. Prendiamo un biglietto.. senza la certezza che sia giusto.
Sulla metro c’era una ragazza troppo carina. L’ho guardata a lungo. E’ lei che ci ha aiutato a cambiare metro per arrivare a destinazione.
Ho avuto voglia di regalarle la collana pirografata. O quantomeno di lasciarle un contatto.
Fanstasticavo di tornare in futuro a Berlino solo per rivederla sulla metro.
Arriviamo alla stazione di Alexander Platz.
Telefoniamo. Ryuujin ci dice di uscire dalla parte dove “si vede lo svirione”.
Svirione e’ la parola chiave di queste giornate. Significa wrustel, ma non solo.
In questo caso lo svirione era:

Incontriamo finalmente isazi, Mircha e ascii.
Mangiamo. Facciamo un giro nel palazzo dove si tiene il congresso.
E’ superfluo dire che si tratta di un evento dove ci sono ben altri soldi dietro, rispetto ai nostri hackmeeting.
Qui si paga, 20 euro al giorno. E’ abbastanza.
Sembra di essere al Palazzo dell’ONU.
Qui non si puo’ dormire, per una questione di immagine, credo. O di decoro.
Qui ci sono persone che fanno cose incredibili.
p.s. ci sono stati tantissimi ostacoli, per scrivere questo post.
Cio’ mi ha convinto che DOVEVO FARLO 🙂
La rete wireless qui non funziona per un cazzo…
Sono andato in giro come un rabdomante. Alla fine ho avuto la meglio, seduto per terra davanti la porta di uno dei bagni. Poi e’ finita la batteria del portatile, mentre scrivevo ………
Allora sono tornato nell’open space, ho preso l’alimentatore, e ho ripreso posizione qui vicino al cesso per riconnettermi.
Ora sono diventato il punto magnetico di tutti gli italiani qui al congresso. Mi stanno tutti intorno, qualcuno legge quello che scrivo sul monitor (cosa che io detesto profondamente).
Ecco, sono di nuovo solo.
Torno di la’ :*
6 commentsPortante
Mentre guidavo
mi chiedevo quale fosse il fascino delle metafore.
Solo lo stuzzicante piacere di trovare analogie tra 2 elementi?
C’e’ una metafora che mi sta a cuore.
Spero che abbiate visto Matrix.
La scena in cui i disubbidienti aiutano Neo a conoscere per la prima volta la realta’.

“Agganciare la portante”.
Io la sento, questa portante. Sento quando scorre a pochi centimentri da me, manifestandosi attraverso la telefonata di un amico
un incontro
una passeggiata in bici in una via mai percorsa
un concerto
un viaggio.
Non sempre la aggancio. A volte lascio che il suo ronzio vada dritto.
Ma quando la afferro, succedono cose quasi incredibili. La misura di cio’ e’ sempre nel rapporto con gli altri.
Dalla mia bocca escono frasi che non avrei mai potuto dire, diversamente.
Le persone mi rispondono con frasi che non avrei potuto mai sentire, diversamente.



The friendship
“L’amicizia non e’ guardarsi a vicenda, ma e’ guardare insieme nella stessa direzione”
(Antoine de Saint-Exupery)ÂÂ


rAnDoMiZe–
Oggi sono rimasto a lavoro mezz’ora in piu’.
Primo giorno senza DoM al mio fianco.
Ieri DoM voleva cancellarsi l’account dalla sua (ex) macchina.
userdel -r dom
Niente. “User still logged in”.
Ma non era vero. Ha riprovato varie volte, nisba.
Il pc si rifiutava di cancellargli l’account. E’ stato molto strano.
Ad ogni modo, da buon avvoltoio, oggi mi sono impossessato del suo computer. E della sua sedia 😀
Ero indeciso se installare Windows o Linux. Pensavo che forse era il caso di usare Windows, per non avere grane MAI, ma poi ho pensato a me stesso, alla mia vita, ai miei cari, al fatto che ogni mattina mi sarei guardato allo specchio, e ho messo Slackware 11.
Verso le 19 mi chiama DoM. Mi chiede se andiamo a L’Aquila a riprendere la sorella. E mi chiede anche come si raggiunge L’Aquila. Al che, io lo chiedo a trolls.
“passa un’aquila e dice: LA MERDA”
Cmq non posso accompagnarlo.. ho le prove. Afrika.
Torno a casa, mi autocucino la solita piadina + mozzarella + prosciutto.
Sms di Mauro: “Prove sfanculate” (Ferc avrebbe scritto: “Prove a troie”).
Richiamo DoM. Aveva appena imboccato l’asse attrezzato. Gli dico di tornare indietro. Lui accetta.
Poi mi richiama: si e’ ritrovato praticamente davanti al casello, e col cazzo che sarebbe tornato. Afrika Bambaataa.
Cosi’ mi ritrovo alle 20 circa, in pratica ho gia’ cenato, e deciso di fare questa esperienza: seguire una lezione online dei bravi ragazzi di oilproject.org
Sono MESI che mi arrivavano le loro email… ma ogni volta succedeva che non potevo partecipare.
Stasera ho potuto, in effetti.
Vado sul sitarello, e aspetto che comunichino il nome del server e la password.
Li’ becco nervosud, che mi suona familiare. Poi capiamo che ci siamo conosciuti al Linux Day.
Inizio a sentire la lezione. Non e’ che capissi molto, ma mi faceva piacere: almeno era stimolante (un po’).
Ad un certo punto vedo un nick, una persona che mi cerca; mi dice di voler riallacciare i rapporti col PescaraLUG.
Da come scrive, e dalle cose che chiede, e da quanto tempo ci metteva a rispondere, ho pensato che fosse un rincoglionito totale.
Poi mi chiede se mi puo’ chiamare su Skype. Io gli dico.. ok. E mi chiama.
Inizia a parlare. La voce e’ molto gentile. Gli do’ tra i 30 e i 40 anni.
Mi chiede cose assurde. Sembra non capire cose ovvie.
Ma ho deciso di essere molto paziente e disponibile.
Parliamo proprio di questo, infatti.
E io gli dico che conoscero’ forse 100 “amici informatici”; ma sono solo 2 o 3 le persone con cui mi trovo bene a parlare, persone che non hanno necessariamente bisogno di farti sentire stupido (perche’ loro, ovviamente, si sentono o si sono sentiti stupidi eccome).
Poi mi parla della sua vita. Sembrava una palla. Poi ho scoperto che in realta’ ha fatto molte cose. Una persona disposta a “buttarsi”.
Mi parla del karma. Mi chiede se io ci credo. E’ il mio ident su irc.
un giorno devo realizzare un quiz per quelli di #nuvole: “associa il nick all’ident”. che fine ha fatto sk|des|nk?
Il tipo con cui ho parlato non si e’ reso conto, forse, che io ho visto la sua homepage (era nel suo profile di Skype).
Ho visto la sua foto. Non mi sembra di averlo gia’ visto in giro. Mi ha parlato di una sua tortuosa storia sentimentale. Sta per andare a prendere la sua fidanzata in Polonia (ma lei e’ ucraina).
Mi ha detto: non ricordavo, da buon cittadino di prima classe, quante difficolta’ ci fossero per i cittadini di terza classe.

