Nov 13

un altro sabato italiano

Category: vita

oh

stamattina mi sono svegliato.. boh alle 9? no, mi sa che erano le 9:42

chissà.. forse potrei consultare l’uptime dello smartphone. ok lo faccio.

tempo di funzionamento: 6:46:38

ma che vuol dire, le ore totali che è stato acceso? o oggi? scusate lo spengo un attimo e lo riappiccio.

cmq sì (mentre si riavvia lo smartphone) mi sono dilungato in queste cose perché mi stava tornando in mente qualcosa letto a proposito dei blog (in generale).

dev’essere stato un commento del tipo ma che cazzo me ne frega di andarmi a leggere che s’è mangiato quello a colazione, o quante volte è stato al bagno etc..

ecco, a proposito di “spazzatura in rete” (che ho pensato), mi ricordo “cosmic debris” un brano di FZ. nella versione “live at the Pier 1984” c’è un grande assolo di chitarra. youtube ce l’ha

mi sembra un modo nuovo, o volendo moderno, di intendere il blues.

il passarsi le dita intorno ai capelli a 3:02, se ho capito bene il linguaggio di FZ, significa “suoniamo la prossima parte reggae”. non me lo sto inventando.

ok, vediamo che mi dice adesso lo smartphone: 3 minuti e 56!

quindi se ora sono le 23 ed era acceso da 6 ore..no vabbo’.. l’avrò rispento durante il giorno.. praticamente nessuno saprà mai quando mi sono svegliato oggi.

ho voluto fare il moderno. mi spiego.. il mio intento era sicuramente quello di andare a portare la macchina a lavare.

io prima andavo all’autolavaggio “il Corallo”, difronte l’accademia.

poi da lì se ne sono dovuti andare.. e così il tizio, spagnolo credo, l’ultima volta che ci sono andato, mi ha dato il bigliettino da visita, con il sito e il nuovo indirizzo.

ecco io stamattina sono andato sul sito. ora non si chiama più “corallo” ma “autolinda”.

ovviamente il sito è “test di ammissione alla scuola media di html1″, però, cazzo, almeno non ti fa venire il mal di testa. cioè voglio dire.. è semplice. si naviga bene. trovi subito quello che ti serve.

dice pure che se mandi un’email con la targa della macchina, ti fanno lo sconto. allora certo, compilo il form.

diceva esattamente ” nella sezione Messaggio scrivere il numero della targa del proprio veicolo.”

stavo per scrivere una letterina ma poi ho avuto il dubbio che la mia targa sarebbe stata: “Salve, s” e quindi mi sono autocensurato e ho lasciato solo la targa. ah, la targa.

mi sono dovuto affacciare dalla finestra della camera del coinquilino (assente) perché non mi ricordavo se la targa era 464 o 646.

e ho pensato di fare una foto, pure, per metterla qui.

ora, per prendere il file, ho SPENTO lo smartphone e poi ho estratto la sd. potevo smontarla e estrarla. beh insomma non ci sono fare ancora tanto con gli smartphone. e soprattutto nessuno pensi che mi sono svegliato 13 secondi fa.

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ho voluto provare l’ebbrezza di calcolare il tragitto da “dove mi trovo ora” a Autolinda sullo smartphone. è fregno

gli ho anche inviato un sms (perché il sito diceva che era gradita la prenotazione). testo: “Salve, sono un “vecchio” cliente di Portanuova, posso prenotare un lavaggio stamattina? Francesco”

nel frattempo la colazione era finita, e io sono uscito. nessun sms di risposta.

arrivo lì. riconosco subito lui , e lui mi riconosce. il posto è più piccolo, ma più “professionale”. mi dice di ripassare tra un’ora.

ho solo l’accortezza di estrarre  prima il cd che stavo sentendo in macchina, per non sconvolgere troppo le orecchie dei pulitori.

http://musicbrainz.org/release/05978c09-e596-4a9b-a5c1-3cd4fa2a2c15

tra l’altro, ce l’ho messo io su musicbrainz.

mi faccio un giro lì intorno.

arrivo sulla strada parco, avevo in mente di leggere un libro.. intitolato (fanculopensiero) <– proprio così.

è scritto da uno che non è italiano. ma non è stato tradotto. cioè, kussù s’è imparato l’italiano, e l’ha scritto in italiano. si “vede”.

sembra un libro scorrevole. nelle prime 2 o 3 pagine ho già trovato una perla.

dice: la gente si affanna , si sbatte e poi si rende conto , magari,  che ha fatto tanto per una cosa che nemmeno gli importava troppo. tanto vale restare immobili. come i morti che camminano. ma c’è una differenza. il morto che cammina non saprà MAI se avrebbe potuto avere di meglio. chi si è buttato senza rete, invece, almeno ha avuto una risposta.

cmq tira una uazza non indifferente, e cammino un po’. <— ahhh,ora ho capito perché si scrive “po'” e non pò!

perché po’ è l’abbreviazione di poco.

passo vicino il liceo artistico, che poi ospita anche il liceo musicale. mi viene in mente che sarebbe stato bello fare una sorpresa a mia nipote. così mando sms a blended per sapere la sezione. A

entro lì, ma scopro che il sabato gli studenti del liceo musicale NON vanno a scuola. beati loro! 😀

passo anche davanti a un’edicola, e compro quotazioni.

allora telefono al mio ex insegnante di chitarra.

gli dico se posso passare a trovarlo.

posso, ma poi alle 12 lui ha lezione.

salgo, facciamo due chiacchiere, e poi arriva l’allievo. con chitarra classica yamaha (chi di voi lo pronuncia “iamàca”?)

forse aveva 23 anni. era la sua prima lezione in assoluto.

e, per l’ultima volta, ho tirato fuori l’argomento della chitarra Telecaster che si voleva vendere. no, mi sembra proprio che non se ne voglia separare.

gli ho anche detto (tirando un brutto colpo basso, lo ammetto), che le avevo trovato già un nome.

 

pazienza. Tracy non sarà mai mia.

httpv://www.youtube.com/watch?v=Opn8riUNygM

riprendo la macchina, lindissima ovviamente.

dico timidamente al tipo che avevo mandato un’email. lui “ah sì?” con l’aria  sorpresa. come a dire “ma se ho fatto cementare vivo il webmaster.. possibile che il sito non ancora lo tirano giù?”

al che lui fa una cosa. scegliete voi la verità che preferite

a) va nel retroufficio, accende il suo quadcore che parte in 2 secondi, si collega (in console testaule) al database del sito e fa una insert con il mio lavaggio, per segnare un +1 per il bonus

b) mi lascia un cartoncino, tipo quelli del wakeup, e mi ci fa sopra una scarabocchio come a dire “intanto questo è uno”. tra 5 scarabocchi avrai un lavaggio esterno gratis e tra 10 un lavaggio intero.

 

telefono a Guido, gli dico che sono nei paraggi e che se vuole ci possiamo beccare per ridarmi la scheda. a proposito:

 

UPDATE `prestiti`.`cose` SET `riavuto_il` = ‘2011-11-12′ WHERE `cose`.`id` =15;

lui torna tra mezz’ora

ok allora vado a trovare blended. e gli lascio quotazioni

miriam nel frattempo rientra, e va in camera e si mette a suonare. mi piacerebbe mettere al mondo una creatura solo per ascoltarla, da una stanza all’altra, suonare qualcosa..

ho notato che in quella casa però manca una chitarra. a natale mi piacerebbe provvedere :))

torno a casa. mi cucino.. un hamburger + insalata + mozzarella.

torno a casa dei miei. mi metto a studiare CCNA fase 2 (spanning tree). la cosa devia un po’ e mi metto a vedere i trunk tra switch Cisco e Mikrotik.

mi chiama Roberto, che stava tornando da roma. mi dice che vuole che gli presti la macchina per andare. io dico va bene ma col cazzo che ci sale Ziggy, l’ho lavata oggi.

però poi cade la linea. io spengo i telefoni (ecco svelato l’arcano!) e cerco di dormire un po’.

quando li riaccendo (tel mio e smartphone), trovo l’sms di autolinda “Scusi ma non avevo visto il messaggio, in  ogni caso adesso lavoriamo fino alle sei. Grazie”

io: “sono venuto questa mattina! (ford fiesta rossa) grazie e buon lavoro. Francesco”

nel frattempo monto la scheda video ripresa da Guido. che corrisponde ad una descrizione un po’ diversa da quella che avevo messo nel db. infatti io, credo, gli ho prestato una Geforce. lui mi ha ridato una ATI Radeon. ma va bene lo stesso 🙂

ah poi questa mattina guido mi ha detto una di quelle cose.. come dire.. a cui forse i comuni mortali non pensavo. oppure, semplicemente, io non avrei mai fatto questo “2+2”.

lo zu bar non avrà fortuna. perché sta fuori mano. e tu devi prendere la macchina per arrivarci. e la gente entra in paranoia se deve passare un weekend a bere e poi deve guidare. preferisce non prendere la macchina e restare in centro (a piedi). chi vivrà vedrà.

torno qui a casa. al buenRetiro, causa partita del Pescara c’è un traffico mai visto.

ascolto ancora “Strange Attractors” di Tim Brady. la traccia 5 mi fa pensare “Tu! vieni con me” e mi porto il cd a casa pensando di ascoltarlo dopo. non lo ascolterò

infatti parcheggio la macchina a mongulo.

cena. rientra Mauro che “ha fatto tardi allo stadio”.

mi metto al pc. cazzeggio con un router cisco trafugato a lavoro. non ho ancora capito come cazzo ci si entra in console. sembra che lo spirito maledetto di Angelini ci aleggi intorno 😉 😉

ora copierò sul portatile “FUCKUP” l’album che sto ascoltando ora (preso dalla directory “creative commons”). è molto bello.

tutto questo per poi  portarlo in macchina , a mongulo, copiarlo sul lettore mp3, e farmi un giro in macchina ascoltandolo.

forse ho scritto questo post peggio di come l’avrebbe scritto l’autore di (fanculopensiero) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Nov 11

fermoimmagine

Category: vita

io mi trovavo dentro la macchina. o meglio, la macchina, la mia ford fiesta, pagata coi miei soldi, guadagnati col mio lavoro, era fuori di me.

il mio computer era in camera. spento.

le mie chitarre.. una a manoppello, e due a casa mia.

emiliano .. a londra (credo)

sul cellulare avevo: qualcosa come 20 centesimi.

nello stomaco avevo: praticamente niente

i miei coinquilini: uno in cucina, davanti al tg e un bicchiere di vino. l’altro a dormire.

mia cugina paola? a udine, credo. col uaglione

i miei? a letto, o forse dormienti sui divani davanti la tv.

roberto? a roma

roberto? a forlì

trolls e benny? a bologna

 

sta’ a vedere che erano le 1:11 dell’11/11/11

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Oct 30

la notte con un’ora in più

Category: vita

Oct 8

Un sabato italiano

Category: vita

Figlia: Mamma… Io me ne vado di casa.
Madre: Se te ne vai, mi viene un attacco di cuore, lo sai com’è fatto il mio cuore, e quanto ho bisogno del tuo aiuto con le medicine e tutto il resto.
Figlia: Tu hai il pensiero della tua salute e credi di non potercela fare senza di me.
Madre: Sicuro, che non posso! Sta’ a sentire, io sono stata buona con te in tutti questi anni, e adesso tu prendi su e te ne vai, e mi lasci qui a morire. Se hai di questi sentimenti per tua madre, va’ pure.
Figlia: Secondo te, per il fatto che mi hai aiutato da bambina io dovrei ripagarti restando qui e rinunciando alla mia indipendenza e a vivere per conto mio.
Madre: (Stringendosi le mani al cuore) Mi è venuta la tachicardia proprio adesso. Sto per morire, e sei tu che mi fai morire, ecco!
Figlia: C’è niente che vorresti dirmi prima di andartene?

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Sep 28

As a Night Without Moon

Category: musica

httpv://www.youtube.com/watch?v=w_50N4MtEzA

(from “entertainment in slow motion” – Ka Mate Ka Ora)

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Sep 23

di brutto.

Category: musica,vita

appena uscito dal lavoro sono andato a Abruzzo Motori per raggiungere Mauro

poi sono salito in macchina sua e siamo andati insieme a Lanciano, a casa di Marco

portavo con me 6/7 (sei settimi) di tiramisù fatto da Zia Gina.

lungo la strada abbiamo preso una bottiglia di vino rosso.

siamo arrivati e.. praticamente abbiamo mangiato subito.

ho mangiato un frammento di bruschetta con non-so-che sopra.. ma era troppo piccante, e l’ho devoluta a Mauro.

poi cous cous, carne bollita, patate, salame..

la cosa insolita è che alle 20:30 praticamente la cena era finita. mi sembrava incredibilmente presto. ma era vero.

poi caffè. poi tiramisù di zia Gina.

e poi.. due chiacchiere. c’era anche la ragazza di Marco, che ormai si occupa anche lei della “cosa” di Marco, ossia dell’etichetta musicale da lui creata.

mi sembra una cosa così teneramente bella.

ho capito diverse cose. ma non le ho capite stasera. le ho capite bene da qualche giorno.

e stasera le ho solo applicate.

ho capito che quando mi scopro ad essere isolato (e annoiato), frustrato, non è sempre colpa degli altri.

questa sera c’erano probabilmente le condizioni giuste perché io fossi facilitato nell’uscire fuori.

la ragazza di Marco (silvia) prima che ce ne andassimo mi ha detto “allora una di queste sere magari io e Marco veniamo a pescara, e ci facciamo un giro insieme (a te) tra i vari locali per vedere dovere fare il “release party””.

 

 

 

 

 

 

 

 

generalmente mi ritrovo sempre tenuto in disparte da molte cose. come se fosse chiaro “che io non me ne posso occupare”.

io detesto essere passivo davanti agli eventi. vorrei essere coinvolto, sentirmi vivo, sentirmi parte di una squadra e avere un qualcosa da condividere.

ecco perché trovo che sia stato molto bello quando mia cugina è andata a casa della madre del uaglione, e come prima cosa,  lei l’ha messa a apparecchiare.

ha subito rotto il ghiaccio, l’ha fatta sentire “a casa sua”.

ecco perché questa sera sono tornato da casa di Marco con 5 CD e un vinile.

http://991.com/NewGallery/Faust-Disconnected-479358.jpg

http://claroimeridiano.files.wordpress.com/2011/01/84aebe0e992fbdc6f3cff62dfc1c03cb_full.jpg

http://www.deambularecords.com/wp-content/uploads/2010/12/entertainment.jpg

 

http://www.deambularecords.com/wp-content/uploads/2010/12/Pineda-COVER-LP.jpg

 

 

 

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Sep 14

memory check

Category: vita

sai.. quando parti, e ti vengono le insicurezze, le paranoie.

voglio riabbracciare i miei cari (cit.)

mi ero promesso di fare una passeggiata con papà questo sabato. poi l’ho anticipata a stamattina.

ma non abbiamo fatto una passeggiata tradizionale. siamo stati la mattina insieme.

gli ho chiesto se aveva voglia di venire a casa mia e mettere due tasselli per appendere un quadro.

e lui c’è venuto volentieri.

una cosa del genere poteva anche essere vista in maniera negativa. come dire: io ti sfrutto. ma non è questo. io l’ho fatto per te. perché so che ti fa piacere.

la macchina di papà stava al parcheggio dietro il tribunale vecchio.

mentre camminavamo verso la macchina, ho intravisto la zingara di turno.

e ho pensato “chissà che dialogo scontroso (nel senso di freddo) avranno se lei prova ad attaccare bottone con mio padre”.

a 1 metro dalla macchina, la zingara ha chiesto “signore, va via?”

mio padre “che premio mi dà?”

e hanno fatto un breve scambio di frasi, al seguito delle quali entrambi hanno riso, e come per miracolo la zingara ha parlato con parole che io non avrei mai immaginato.

mi sembrava una signora.

sono salito in macchina. stupito ancora una da volta da come erano errati i miei pregiudizi.

nel frattempo, ho sentito la zingara tornare in sè, e dire ad una signora qui vicino (signora che voleva il resto), lo stesso discorso che fece a me tipo l’anno scorso “tu.. sei un bravo ragazzo, lavoratore, ma c’hai un pensiero in testa”…

siamo arrivati a casa mia, e io già avevo fantasticato di proporre a papà di restare a pranzo lì, da soli io e lui, visto che avevamo la spesa in macchina e mamma restava al mare con la nonna.

abbiamo messo i tasselli.

anzi, direi piuttosto che ho imparato delle cose.

ecco perché il normale chiodo non entrava. l’intonaco era troppo poco spesso, c’era subito il mattone. ci voleva per forza il trapano.

non mi sono innervosito per niente. in genere in queste situazioni mi viene da fare le cose di fretta, voglio che le cose finiscano presto e bene, e mi innervosisco se sono costretto a “rallentare”.

stavolta no. complice, probabilmente, anche la lontananza dall’ufficio. che sto man mano definendo sempre più chiaramente come un luogo dove la mia vita diventa più brutta.

poi, visto che papà era lì, mi è venuta voglia di fare altre cose con lui.

volevo aggiustare la zanzariera, ma mancava un pezzo.

abbiamo rimesso le tende in camera mia. sono rimasto stupito dal fatto che i “pezzi” ci fossero tutti, sparsi per il balcone, e che miracolosamente niente era stato buttato.

ho proposto a papà di pranzare lì, ma evidentemente non è stato molto entusiasta. e io ovviamente non ho insistito.

durante il viaggio di ritorno verso casa “nostra” ho chiesto timidamente a papà alcune cose. non ho fatto proprio precisamente le domande che avrei voluto.

abbiamo pranzato insieme. pasta con pesto e ricotta. mi sono abbottato, non ho voluto cucinarmi l’hamburgher. ma gli ho fatto il caffè. sto imparando a mettere sempre un po’ più di acqua, in modo che quando il caffè esce arrivi quasi al “limite” anziché fermarsi troppo presto.

ora lui è in camera sua, nel suo studio. e sta scrivendo mail.

io sono andato da lui e gli ho chiesto qual era il suo brano preferito.

lui si è imbarazzato. mi ha detto “non mi sento”. ha detto che era una domanda difficile.

e poi, è una cosa un po’ “a momenti”.

ovviamente non ho insistito.

allora metto qui un video, perché mi ricordo che quando stavo vedendo con lui una videocassetta.. anzi, la stavo vedendo io, da solo, poi lui si è aggiunto.

era “live in berlin” di roger waters. con lo speciale di red ronnie.

e c’era un video .. sulla caduta del muro.

papà si era commosso tanto.

httpv://www.youtube.com/watch?v=ZVItPrpZGhU&feature=related

 

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Sep 3

ieri. e oggi

Category: vita

ieri non volevo restare a casa.

volevo uscire, vedere qualcuno. o magari fare un giro in bici. possibilmente con Paoletto e/o Enrico.

becco Enrico su fb e vedo subito il mio desiderio esaudito:

 

sono arrivato nei pressi di vinieoli.

ho visto Paoletto che parlava con una ragazza che conosco, e che vedevo millenni fa in quanto amica di mia cugina (poi ho perso i contatti).

ho ben pochi dettagli di questa ragazza. in effetti la conosco veramente poco.

mi ricordo (sempre millenni fa) che io e mia cugina una volta siamo stati a casa sua, ma lei non era ancora rientrata.

allora la madre ci aveva aperto e ci aveva fatto accomodare in salotto.

ogni tanto si affacciava, per controllare se magari I. stava rientrando.

a un certo punto ha detto “eccola! sta tornando”.

e poi ha aggiunto “sta camminando con una camminata… che la triterei da qui”

e, forse per pudore, né io né mia cugina ci siamo alzati per vedere con i nostri occhi. io avrei voluto. non so Paola (mia cugina). la sua camminata è sempre rimasta un mistero.

la seconda volta in vita mia che sono venuto a contatto (nell’ambito di un racconto verbale) di qualcuno che aveva un modo originale di camminare è stato quando sono stato..  forse 1 o 2 anni fa, a casa di A., un tecnico elettronico.

lui non è italiano. la figlia stava in Olanda, e aveva tipo 14 anni all’epoca. mi stava raccontando che la figlia era venuta qui a Pescara a stare qualche giorno con lui. stavano passeggiando sulla riviera.

A. aveva raccomandato alla figlia di fare attenzione mentre attraversava. Lei aveva rispettato questo consiglio, anche se l’automobilista che si era fermato per farla passare aveva visto una quattordicenne fare la ruota sulle strisce pedonali.

vorrei avere una figlia così 🙂

bene.

cmq, ho parlato un attimo con I.

le ho chiesto: “dove hai comprato questi pantaloni?”

lei mi ha detto che li ha presi a Viterbo.

io le ho detto: “sono proprio belli”

lei: “grazie.. non sai quanto è importante per me questo complimento stasera”

chissà. forse stava con un uaglione che le rompeva il cazzo perché “non si vestiva bene”. chissà. ma proprio ieri sera, era importante.

poi mi ha ricordato che da piccoli, a casa di paola, ci menavamo regolarmente. me l’ero scordato. ci siamo ripromessi di fare a botte quanto prima.

stamattina ho fatto colazione con ferc.

al bar Mixer. 2 cappuccini e un cornetto.

ma il tizio ha chiesto “che ti porto Francé?” (rivolto solo a ferc).

mi è stato in culo, come al solito, perché secondo me un barista che si trova davanti due clienti dovrebbe dire “che vi porto ragazzi?”

quando pago, in genere, faccio sempre la scenetta di riversare gli spicci davanti alla cassa, compreso il plettro.

qualche giorno fa,  G, la tipa del bar, mi aveva chiesto “ma tu suoni?” e altre cose. mi aveva detto che anche il figlio suonava, anche lui quindicenne o giù di lì.

anche stamattina ho riversato gli spicci E il plettro (non avrei potuto farlo se ieri Enrico non me l’avesse ridato), e G. mi ha risposto tirando fuori il plettro del figlio.

se n’era ricordata. forse stava aspettando l’occasione per farmelo vedere.

il plettro suo era più bello. c’era scritto Abbey Road.

 

 

 

 

 

 

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Aug 27

La custodia

Category: musica,vita

(dalla rivista Chitarre, n. 90, Settembre 1993)

Robert Fripp: “[…] Ricordo che il batterista mi diceva che quando stava a Londra – che era abbastanza inospitale a quel tempo – scoprì che vi erano due tipi di persone che non sarebbero mai state picchiate dalle bande di teppisti locali: le cameriere e i musicisti”.

Vernon Reid: “E’ buffo. Ricordo che quando ero giovane ero solito provare in alcune delle peggiori zone di New York, e nessuno mi ha mai toccato. Ho visto cose piuttosto orribili, ma ne sono sempre rimasto fuori. Semplicemente attraversavo tutte queste scene con la mia custodia per chitarra e non sono mai incorso in alcun problema. Mi sono sempre sentito sicuro per qualche motivo”

 

Ho sempre ripensato alle parole di Vernon Reid. Ovviamente solo per questa intervista mi potrei classificare come un fan dei Living Colour, anche se non ho mai ascoltato un loro brano, ma posso rimediare presto.

Anche io mi sono sempre sentito protetto dalla mia custodia per chitarra.

La custodia su cui è attaccato un adesivo “TU sei più forte di qualunque droga”.

Un amico mi disse che era una bellissima frase, ma che non era vera.

Beh, difficile dire chi abbia vinto 🙂

Mi piacerebbe saper suonare un brano del genere.

Se fossi improvvisamente circondato da teppisti, potrei dire “ALT fermi tutti.”. Potrei tirare fuori la chitarra e suonare questo pezzo.

Forse mi salverei

httpv://www.youtube.com/watch?v=6lbvSBNLLoo

 

 

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Aug 12

jam

Category: musica,vita

secondo me, per le edizioni future, non andrebbero mischiate persone con strumenti elettrici con persone con strumenti acustici
parlo a ruota libera.
ieri avevo forse più bisogno di suonare “io” che di accompagnare.
ma mentre accompagnavo, ho fatto dei paragoni.
mi è sembrato che.. fosse una metafora della vita, quasi.
in cui devi, a volte, supportare gli amici. fare quasi l’operaio di qualcosa (l’operaio-amico, l’operaio-accompagnatore, l’operaio-prestasoldi, l’operaio-autista, …)
ci trovavo un senso di “missione”.
poi però ho dovuto interrompere.
non mi stava piacendo.
sentivo che c’erano note stonate. ma proprio stonate tecnicamente. tra me, gli altri.. forse ero anche un po’ stanco.
e c’era pure qualcuno a cui puzzavano i piedi
e anche questa è una metafora della vita.
ecco quello che faccio, abitualmente, davanti al confronto con la vita :))

rimando, rinuncio. mi metto a guardare.
mi metto ad essere spettatore

ma è così male aspettare il momento giusto per affrontare determinate cose? magari aspettare il momento in cui ti senti non-depresso e invece pieno di vita?

mi resta un ricordo.. proprio per tutte queste cose che ho scritto, mi resta un ricordo di ieri.

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